Siamo di fronte al passo decisivo della morfogenesi della narrazione: dalla sensazione dello stare dentro una storia, progressivamente il bambino comincia a raccontare la prima storia – quella dell’ ïo”. [A.M. Sobrero, L’istinto di narrare, 2008]
Tutto iniziò come una sfida. L’idea mi balenò subito dopo la realizzazione de I Racconti del Gompa. Piccola Antologia di Scritti Meditativi [Marzo 2023] quando, per gioco, mi trastullai con la possibilità di scrivere storie con voce “animale”. Del resto, non è un’idea nuova: tanti scrittori e scrittrici di ieri e di oggi1 si sono cimentati in questa sfida letteraria.

Nell’antichità, a partire da Il Fisiologo2, vi erano i famosi Bestiari, la cui massima diffusione si ebbe tra il XIII e XIV secc., ovvero delle raccolte miniate, o semplicemente arricchite con illustrazioni, di descrizioni di animali, reali o immaginari, con fine moraleggiante in cui cioè, gli animali rappresentavano in chiave allegorica i vizi e le virtù degli esseri umani. Evidentemente abbiamo sempre sentito il bisogno di rappresentarci sotto altre spoglie per poter vedere i nostri pregi e i nostri difetti obiettivamente: come se, soltanto smettendo l’habitus umano, fossimo in grado di descriverci senza la censura della mente giudicante. E questo spogliarsi della propria natura, per indossare un altro habitus, o assumere un altro punto di vista, mi affascina da sempre!
Quello che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla [Lao Tsu]
Del tutto fuori programma, ho voluto dare un corpo fisico ai racconti partoriti dai partecipanti alla giornata immersiva di Scrittura Meditativa© [venerdì 14 luglio 2023] presso il Monastero Tibetano di Cisterna di Latina che, ancora una volta, ci ha ospitato nel suo spazio sacro, accogliendoci, nutrendoci e conferendoci un’inusitata fiducia: per questo e molto altro ringrazio i monaci residenti, Geshe Sonam Dorjee e Lama Choekyong Tsering.

Non era contemplato. Ma, ed ormai me ne persuado sempre di più, la qualità delle storie nate dal lavoro di gruppo, dalla condivisione del pasto e dall’allineamento delle intenzioni si è dimostrata di un livello tale, che lasciarla inespressa sarebbe stato ingeneroso. Pertanto, ritengo opportuno e doveroso ringraziare per la presenza, fisica e spirituale, i partecipanti a questo nuovo esperimento scrittorio-meditativo rendendo maneggevole il frutto delle loro fatiche, confluito ne l’ALMANACCO DI UN INCONTRO. Racconti erranti di animali stravaganti.
Questo Bestiario moderno, o Animalario, è composto dalle storie della Donnola, della Cornacchia, della Rana, del Cerbiatto, del Gufo, del Tacchino, del Coyote, del Wapiti e del Ragno. Nella cornice surreale di una Natura non ben identificata, in un tempo in bilico tra post-postmoderno e racconto delle origini, si snoda una narrazione corale per “voci sole”, che segue il filo di un’invisibile partitura; alternando stili narrativi come tempi musicali in un concerto diegetico. Un insieme eterogeneo ma accomunato da un analogo sentire: la curiosità. È grazie a questo sentimento se si sono ritrovati qui, in una torrida giornata di luglio, ignari di ciò che li aspettava ma pronti a mettersi in gioco, a lasciare da parte reticenze, resistenze e reprimende. La tensione creatrice così generata ha prodotto dei Frutti d’Oro: svuotarsi del proprio dentro per accogliere un altro dentro e assumere un nuovo fuori, non è cosa da poco. L’averci provato, ed esserci riusciti nell’arco di qualche ora, è indicativo della capacità di destrutturarsi di cui i Sapiens sono dotati. E le micro-storie raccolte in questo prezioso compendio di “voci animali” ne sono la testimonianza più pura, dopo un’esperienza immersiva volta a ripercorrere, passo dopo passo, tutte le tappe del processo creativo, che ho strategicamente intitolato Una tira l’altra: dall’idea al racconto finale. Perché le storie, si sa, sono come le ciliegie…

A questi Eroi e a queste Eroine dico GRAZIE! per aver accettato la sfida insieme a me ed averla brillantemente superata!
NOTE:
1G. Orwell, La fattoria degli animali (1947); R. Bach, Il gabbiano Jonathan Livingston (1977); C. Cassola, Il superstite (1978); P. Auster, Timbuktu (1999); V. Pelevin, La vita degli insetti (2000); L. Swann, Glennkill (2011); L. Sepulveda, Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare (2012), e la lista potrebbe continuare [tra parentesi l’anno di pubblicazione in Italia]. N.d.r.
2Di autore sconosciuto, risalente circa al II sec. d. C., ad Alessandria d’Egitto
Bel post. Gli animali non parlano purtroppo o per fortuna. Il loro comportamento però insegna molte cose che noi umani spesso perdiamo di vista ad esempio l’altruismo o la cieca fiducia nell’ altro. Una bellissima storia di un maestro che incontra un serpente velenoso……..ah ma questa è un’altra storia
Ammiro la capacità delicata e penetrante di narrare e raccontare storie e renderle brillanti e opalescenti. Grazie Rita per portare al mondo questo tuo dono.