
Chi sono
foto Alberico Mattei
La mia storia
Mi chiamo Rita Balestra e sono la persona che stai cercando.
inserito da Rita Balestra
Mi occupo di scrittura pressoché da sempre: professionalmente da dopo la laurea; privatamente, nel senso di divoratrice di Cultura, da quando andavo alle Elementari. Ero redattrice del giornalino di classe, dove scrivevo storielle, creavo vignette (io che non so disegnare, perché l’artista di casa era mia sorella, lei sì che ci sa fare) e raccontavo tutte quelle cose che si facevano alle Elementari di tanti anni fa. Una volta approdata alle Medie, vinsi un premio, che non consisteva in niente, di fatto: il premio era “aver scritto il racconto più bello della scuola”, ecco.
La mia attività di narratrice si interrompe bruscamente al Liceo, dove ero più attratta dal vissuto che dal narrato. Frequentai il Linguistico, perchè il mio sogno da bambina era fare la giornalista per girare il mondo in cerca di storie da raccontare. E in un certo senso, qualcosa di analogo è poi successo. No, non sono diventata una giornalista (ahimé?!), ma un po’ di mondo l’ho girato, in senso letterale ma soprattutto in senso figurato, perché ho proseguito il mio percorso di studi universitari laureandomi in Lingue Straniere (Inglese), e successivamente in Antropologia Sociale. E qualche storia l’ho raccontata.
Il fil rouge che fa da comun denominatore alla mia vicenda personale e professionale è proprio la Comunicazione. Lo scrivo in maiuscolo perché è ciò che mi definisce come persona. Sono una Comunicatrice. Meglio: sono una Figura-Ponte. Cosa intendo con questa espressione? In tutte le attività che ho svolto negli anni, sono sempre stata (e continuo ad essere) un tramite: come traduttrice, traghettando significati dalla lingua fonte alla lingua d’arrivo; come attrice, trasfondendo emozioni dal personaggio allo spettatore; come antropologa, traducendo mondi da una Alterità all’altra.
Mettere in contatto è la mia cifra. Raccontare per conto di altri è qualcosa che ho sempre fatto: scrivere lettere o poesie d’amore per conquistare l’oggetto dei desideri di questa o di quell’amica: scrivevo bene e venivano da me perché le aiutassi. E in alcuni casi, facevo centro. O meglio: lo facevano loro con le mie “parole-frecce”. Avevamo i cosiddetti “pen-friends” [= amici di penna] ed io, che ero brava sia a scrivere che in francese e inglese, scrivevo le letterine in queste lingue al posto loro. Che soddisfazione, non ci guadagnavo niente ma mi piaceva farlo. Non c’era internet né c’erano gli smartphone, ed io ero una grafomane accanita. Ho mantenuto l’usanza di scrivere biglietti a mano fino a pochi anni fa (poi la tecnologia ha avuto il sopravvento).
Poi sono venute le mostre fotografiche. Sono stata per vent’anni la compagna di un fotografo di reportage al quale, una volta tornato dai suoi viaggi, organizzavo le mostre. Mi occupavo di contattare i tamburini delle pagine culturali romane, di contattare gli spazi espositivi, di organizzare il catering (per l’inaugurazione) e di scrivere le presentazioni dei viaggi partendo dai suoi racconti e dai provini a contatto che guardavamo insieme, per scegliere le immagini più rappresentative. Ed è arrivata contestualmente, l’opportunità di aiutare un’amica con il suo primo libro, di cui ho scritto l’Introduzione [Federica Rigliani, La mia Bolivia esiste, Tracce edizioni, 2009] e una recensione.
A quell’epoca frequentavo poeti scrittori attori: mi muovevo con agio negli ambienti culturali romani di movimento; collaboravo alla rivista online Dedalus per la sezione “Traducendo Mondi”, e contemporaneamente prestavo la mia opera di traduttrice di report, in qualità di consulente esterna, per il terzo settore. Sempre in quegli anni, invece, fui una delle traduttrici di Stripped: i Depeche Mode messi a nudo di Jonathan Miller (Castelvecchi, 2010). Nel 2012, partecipai alla IV edizione del Festival Culture Pop di Cisterna di Latina con un racconto inedito e guadagnai una Menzione Speciale. Questo racconto ha ispirato il mio primo lavoro da videomaker, il cortometraggio “SI”, visionabile qui. Mentre, qualche tempo fa, ho avuto l’opportunità di veder valutata e poi pubblicata la mia tesi di laurea.
Ho collaborato con la ricercatrice Francesca Rosati Freeman, in qualità di voce narrante per i suoi documentari Nu-Guo, nel Nome della Madre e Gammu-Montagna Dea Madre, tratti dal suo libro Benvenuti nel Paese delle Donne (XL edizioni, 2011), di cui ho scritto qui e qui. Nell’aprile 2016, ho organizzato un incontro-dibattito con proiezione presso il Polo Liceale “M. Ramadù” di Cisterna di Latina, all’interno della rassegna Legami d’Amore.
Facendo un salto di anni, e giungendo fino ai giorni nostri, l’ultima avventura autoriale in cui mi sono prodotta, è una raccolta di saggi in forma di resoconti narrativi (uno di questi resoconti è visionabile qui). Mi è piaciuta molto, al punto da volerla raccontare, l’esperienza di un seminario sulla conoscenza dell’essere, tenuto da un medico-chirurgo, nonché esperto di discipline orientali, che si è svolto presso il Monastero Tibetano di Cisterna di Latina, dove vivo attualmente e che ospita anche il mio corso di Scrittura Meditativa.,
È per questo, e per tanti altri motivi, che ho deciso di aprire questo sito-blog: per scrivere per gli altri. Il ghostwriting mi affascina per il fatto di essere “ghost”, ossia di aiutare altri a raccontare e/o raccontarsi, modulando di volta in volta lo stile, la voce, l’espressione in base alla committenza, senza apparire in prima persona. Tradurre lo è altrettanto, soprattutto se si considera il mio coinvolgimento nel terzo settore, in particolar modo la mia annale esperienza di traduttrice, durata diversi anni, per Peacereporter.net, una rete di giornalisti per la Pace che raccontavano la guerra dal punto di vista di chi la subisce [che purtroppo non esiste più]; e di recente, una interessante collaborazione con la ong tedesca Tactical Tech per il progetto The Glass Room Project e il Data Detox Kit.
È una bella sfida. Affascinante.
Cosa posso fare per te?
“Sono una persona libera che ha scelto di mettere a disposizione degli altri il proprio sapere e le proprie competenze”, R.B.
Sono una lettrice di professione
Leggere, prima ancora che scrivere, è l’attività che mi appassiona maggiormente. Storie di vita, racconti, saggi, diari di viaggio, romanzi e poesie affollano la mia libreria personale. Soprattutto, mi appassiona leggere le storie possibili di autrici e autori probabili! Se hai una storia inedita che vuoi veder pubblicata, mandamela: la leggerò e la valuterò per te. Redigerò una valutazione professionale del tuo scritto, con consigli sulla pubblicazione, editing e correzione della bozza, se necessario.
Sono una traduttrice editoriale e tecnica
Sono iscritta alla Camera di Commercio di Latina in qualità di perito ed esperto nella categoria Traduttori e Interpreti (lingua Inglese). Annovero una lunga esperienza in traduzioni tecniche, con pubblicazioni, per conto di ONG internazionali; traduzioni editoriali (Castelvecchi editore, Edizioni Estemporanee); e tante, tantissime traduzioni per privati e documenti istituzionali a diffusione interna. Nel 2005 ho poi avuto il piacere di tradurre in inglese, il dramma in due atti La Strategia della Farfalla di Ferdinando Crini.
Sono una scrittrice “fantasma”
Chi è lo scrittore o la scrittrice “fantasma”? Contrariamente a ciò che si potrebbe pensare, il ghostwriter (è la dicitura corretta poiché è una figura professionale che abbiamo importato dal mondo anglosassone) è uno scrittore a tutti gli effetti, solo non si firma: presta la sua penna, ma è più attuale dire la sua tastiera, per orchestrare in una forma editorialmente vendibile le parole, e le storie, di altri che, per i motivi più diversi, non possono o non sanno farlo. E’ tenuto ad onorare contrattualmente la clausola di riservatezza circa la paternità dell’opera la quale, una volta completata in tutte le sue parti, non gli apparterrà più.
Sono una blogger
Il mio rapporto con la scrittura “privata”, intesa come scrivere di sé, delle proprie emozioni, dei proprie opinioni sugli argomenti più diversi è sempre stato intermittente: ho alternato, negli anni, periodi di intensa e costante attività diaristica ad altrettanti periodi di silenzio scrittorio. Questo perché ho sempre assecondato il mio sentire: scrivere quando ne sento l’urgenza. Il blog è diverso. Il blog permette di far conoscere il proprio pensiero su un dato argomento, come se lo si stesse raccontando a sé stessi, ma con la differenza che non resterà chiuso in un cassetto! Ci si espone e si ha un riscontro immediato.